Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 18-06-2011, 04.00.57   #1390
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard fu condotto nella caserma dai tre cavalieri, che lo lasciarono in una sorta di saletta per le udienze.
Accanto alla porta d’ingresso vi erano due vecchie armature, mentre sulla porta opposta era appeso uno scudo con due spadini incrociati fra loro.
Il cavaliere attese abbastanza a lungo, senza che nessuno giungesse a portargli notizie.
E proprio quando cominciava a tradire insofferenza, qualcuno finalmente entrò nella saletta.
“Sir Guisgard…” disse il soldato “… il capitano vi attende.”
“Pensavo si fosse dimenticato di me.” Accennando un sorriso irriverente Guisgard.
Fu allora accompagnato nell’anticamera dove solitamente Monteguard riceveva le sue visite.
“Capitano, sir Gusgard è qui.” Annunciò il soldato.
“E chi diavolo sarebbe questo sir Guisgard?” Chiese quasi infastidito Monteguard, come se fosse stato interrotto da un qualcosa di molto importante.
“L’uomo che avevate chiesto di vedere, signore.”
“Vedere quest’uomo? E perché mai? Non so neanche chi diavolo sia!”
Guisgard intanto fissava il soffitto con un sorrisetto sul volto.
“Signore, è stato portato qui per vostro ordine.”
“Cosa ha fatto?” Chiese il capitano, come a voler rammentare la cosa.
“E’ accusato di aver preso parte ad un duello, signore.”
“Duello?” Intervenne Guisgard. “Io non ho fatto nessun duello qui a Capomazda!”
“Silenzio!” Tuonò Monteguard. “I prigionieri parlano solo quando sono interrogati!”
“Prigioniero? Io non ho fatto niente!”
“Portalo via!” Sbottò Monteguard. “Stare in gattabuia gli farà comprendere chi comanda qui!”
“Ma io non ho fatto nulla, maledizione!” Protestò Guisgard.
Cercò allora di agitarsi, ma subito arrivarono altri due soldati che, insieme a quello che era nell’anticamera, lo condussero via.
Guisgard urlò e si dimenò, ma i tre lo portarono a forza nella prigione della caserma, rinchiudendolo poi in una cella.
“Al diavolo, maledetti!” Gridò da dietro le sbarre, mentre i tre soldati andavano via.
“Capitano, è in cella.” Disse il soldato tornato da Monteguard.
“Bene…” mormorò questi “… una notte al fresco lo ammansirà, così da renderlo più propenso al dialogo quando, a Dio piacendo, domani gli parlerò.”
“Si, signore.” Battendo i tacchi il soldato e andando poi via.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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