"Se tornerete in città sarà Monteguard a inviarvi legato e imbavagliato al campo di Gouf. Sempre che non vi trovi prima il nostro nemico comune e vi uccida. Siete invischiato in questa faccenda da quando avete ucciso Aytli."
Gli spiriti gli sbarrarono la strada, spingendolo nella mia direzione.
"E' vero, non nutro affetto per Capomazda, specialmente quando penso che a tutti piace vedere un bel rogo..." Mi alzai e mi avvicinai a lui.
"Ma non posso pensare di starmene ferma ad assistere a un massacro. Nessuno sarà risparmiato. Nemmeno donne e bambini."
Fissai bene il mio sguardo nei suoi occhi, mentre gli spiriti se ne stavano in allerta, allineati alle sue spalle.
"Non ho intenzione di farvi uccidere come un agnello sacrificale... avremmo potuto raggiungere l'accampamento poco dopo il tramonto, ma ho preferito sostare qui per parlarvi. Se fosse stato un inganno, non vi sareste accorto di nulla."
Feci segno agli spiriti di acquietarsi e disperdersi pure. Non c'era bisogno di usare le maniere forti.
"Potete scegliere. Tornate a Capomazda o meglio... sparite da queste terre oppure venite con me e affronterete il fato e la spada del Gufo."
Mi chinai vicino al tronco d'albero e raccolsi il suo mantello, quindi glielo lanciai.
"Ma sappiate che cercherò lo stesso di impedire che attacchino la città... se ve ne andrete, mi accuserò dell'omicidio di Aytli. Forse mi ucciderà, forse mi lascerà vivere, forse... forse mi ucciderà ed attaccherà lo stesso Capomazda. Non ne ho idea. Gli ho fornito ragioni per uccidermi in abbondanza."
MI voltai e chiamai Pandemonio.
"Fate come volete... continuate a cantare di vecchie ballate, donne e amore. Da quanto posso ricordare, nessun bardo ha mai celebrato una fuga."
Accarezzai il muso di Pandemonio, mentre i fuochi svanivano.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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