Lo guardai, senza più speranze ormai.
Uscire da quell'accampamento sembrava impossibile.
Per andare dove? Aveva un'arma puntata dritta sulla mia gola... Uriel.
Qualunque cosa avessi fatto, le mie colpe, la sua vendetta si sarebbe riversata su di lui.
"E sia... ma sappi che non è il solo nemico che si nasconde a Capomazda."
Ero ancora a terra, priva di forze. Come svuotata.
"L'ho visto."
Mi sfiorai la guancia dolorante.
"Hai già scelto quali saranno le mie catene? Di cosa vuoi punirmi con esattezza?" Mi alzai in piedi e per un attimo i miei occhi scintillarono furibondi, dietro al velo di lacrime. "O magari non sono io... sei tu... che non ammetti che in qualche modo distorto hai per un attimo provato qualcosa nella tua vita che non sia rabbia o dolore!"
Mi voltai, pensando che forse non sarei uscita viva da quella tenda. L'aria tremò, mentre il vento sferzava l'accampamento.
"Come ho potuto pensare di amarti... sei arrivato a minacciare la vita di nostro figlio, tuo figlio... l'unica cosa pura che hai fatto in tutta la tua vita." bisbigliai.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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