"Come ho potuto pensare di amarti... sei arrivato a minacciare la vita di nostro figlio, tuo figlio... l'unica cosa pura che hai fatto in tutta la tua vita."
Quelle parole di Melisendra sembrarono attraversare l’animo di Gouf, quasi scivolando tra le onde del suo odio, senza però lasciare tracce.
“Che curiosa leggenda esiste in questo luogo...” disse Aytli fissando quei fiori “... i Capomzdesi negli ultimi mille anni pare non abbiano avuto altra attività oltre la guerra... eppure i suoi bardi cantano delle meraviglie di questo fiore...” si chinò a raccoglierne uno “... chissà se davvero tra i petali di questa margherita si cela la felicità di chi la sfoglia...”
“Non essere sciocca, Aytli!” La riprese Gouf.
“Guarda com’ è candida…” sussurrò lei, adagiandosi quel fiore tra i capelli.
“Ora basta!” Fece Gouf, strappandole quel fiore. “Queste sciocchezze mi irritano! Piuttosto, prendi una squadriglia e comincia a controllare questo territorio! Siamo qui per combattere, non per sfogliare sognanti i fiori di questa maledetta terra!”
Quel ricordo, come un lampo, illuminò lo sguardo di Gouf.
Ma fu solo per un breve ed effimero istante.
“Io non voglio punirti...” fissando Melisendra “… sei stata tu a chiuderti nella prigione in cui vivi… ma forse, infondo, non è neanche colpa tua… ognuno di noi può solo seguire la sua natura ed il suo destino…”
Entrarono i servi per la vestizione.
“Assedierò Capomzda e tutti i ducati di questo regno.” Con un inumano impeto d’odio. “Anche il mondo intero, se sarà necessario. Ridurrò alla fame tutti, uomini, donne e bambini. E non mi fermerò fino a quando non avrò trovato quell’uomo… così da poterlo immolare sulla tomba di Aytli.”
Fissò di nuovo la ragazza.
“Se conosci un modo per condurlo a me, allora ti consiglio di farlo…” continuò “… allevierai le pene di molti e forse salverai diverse vittime innocenti…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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