Pasuan si lasciò cadere sul letto.
Era una sensazione bella e riposante quella di sentire le fresche e pulite lenzuola sulla pelle.
Il giorno era stato caldo, ma la sera aveva portato un’aria più gradevole.
Nella stanza, non troppo grande ma comoda ed accogliente, era diffuso un piacevole odore di lavanda che si mischiava a quello di alcune erbe aromatiche che si trovavano in piccoli vasetti di terracotta sopra al davanzale della finestra aperta.
La luce proveniva da due sole candele poste accanto al letto, che rischiaravano delicatamente la stanza, generando un soffuso alone che, complice il vivace color lillà delle pareti con i tanti fiori stilizzati ricamati su di esse, animava quell’ambiente con un’atmosfera quasi fiabesca.
Dalla finestra soffiava una leggera brezza che rendeva vivaci le deboli fiamme di quelle candele.
“E dimmi…” accennando un sorriso Pasuan “… una volta impugnato quel pugnale cosa faresti? Secondo me finiresti solo per farti male!” E rise di gusto. “Ricordami” aggiunse divertito “di darti qualche lezione uno di questi giorni! Ti ci vedo, sai, a tirare di spada!”
Si sistemò meglio sul letto e le fece cenno di raggiungerlo.
“Il locandiere è stato premuroso e gentile.” Disse. “Ci ha portato il cibo in camera… ci avrà creduto stanchi, o magari si è solo preoccupato di non far affaticare troppo un povero cieco…” sorrise un pò malinconico “… su, vediamo cosa ci ha portato!” Esclamò come a voler scacciare quella malinconia, mentre le candele col loro tremolio sembravano quasi far congiungere, come in un bacio, le loro due ombre. “Ehi, del pane fresco! Sai, Dafne, il pane è un pò il simbolo della mia terra… guarda qui, è come la gente che abita questi luoghi…” prese la mano di lei e, spezzando il pane, le fece sentire la fragranza e d il profumo “… assaggiane un pezzetto…” portandone un pò alla bocca di lei “… mastica piano… senti? Puoi avvertire il grano d’orato che ingentilisce le nostre campagne… la legna dei nostri alberi che alimenta i nostri forni… senti…” posando delicatamente la mano di lei su quella pagnotta ancora calda “… è croccante fuori, ma soffice dentro… caldo e soffice…” sussurrò.
Portò poi la mano di lei sul suo petto, lasciandosi accarezzare.
Le sfiorò allora i capelli, poi il viso ed il collo, fino a posare la mano sul suo petto, accarezzandolo delicatamente.
“Sei bellissima, Dafne…” sospirò
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|