Pandemonio si lanciò nella brughiera.
L’alba cominciava ad illuminare il cielo d’Oriente e le ombre della notte sembravano ritirarsi per tornare negli inferi che le avevano generate.
Dove sarebbe giunto Pandemonio?
Sembrava diretto oltre l’orizzonte, dove tutto diventava sfocato ed indefinito.
Dove i sogni si confondono con l’illusione.
Da cosa ci divide l’orizzonte?
Forse dal passato?
Se anche così fosse, non avrebbe potuto difenderci dai suoi demoni.
Melisendra si sentiva abbandonata.
Forse anche gli spiriti l’avevano lasciata.
Restava solo quel cavallo.
Pandemonio correva rapido nel vento che cominciava a salire dalla nuda e primordiale brughiera.
Il vento.
Sapeva che la sua padrona amava il vento.
In esso era protetta.
Protetta da quei demoni che giungono a tormentarci.
E più Pandemonio correva, più il vento soffiava, avvolgendo il superbo destriero e la sua padrona.
Ad un tratto però tutto cessò.
Melisendra sentì dei sordi boati scuotere il suo cuore, la sua anima e poi quell’infelice e tumultuosa terra.
In quel momento si accorse dell’esercito di de Saint-Roche che marciava verso Capomazda, trascinandosi dietro il terribile ariete destinato a violare la secolare Porta dei Leoni, ultimo baluardo tra il bene ed il male.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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