Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 24-06-2011, 03.33.06   #1521
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Beh, se io posso fidarmi di voi…” disse Guisgard a Melisendra “… potete benissimo fare altrettanto con me, milady.” Sorrise di nuovo, con fare irriverente. “Dopotutto, i nostri precedenti incontri dovrebbero scoraggiare me, più che voi, non trovate?”
Lucidò la sua spada con un lembo del suo mantello, per rendere più credibile il suo stratagemma, qualora fosse riuscito a convincere la ragazza a seguire il suo piano.
“Il mio nome poi lo conoscete, no?” Aggiunse ironicamente. “O forse, per soddisfare le regole della cavalleria e della cortesia, volete che mi presenti come si conviene davanti ad una dama? Dite che dovrei?” Sorrise e mostrò un vistoso inchino. “Il mio nome è sir Guisgard, mia signora! Cavaliere errante, senza titoli, senza terre e, in questo momento, senza più neanche una spada! Sono vostro campione, nella ragione e nel torto, in qualsiasi contesa e a costo della vita! Per servirvi!” La fissò e le fece l’occhiolino. “E quanto allo scopo che mi ha condotto in questa nobile terra, mia bella compagna di avventure, sappiate che, ahimé, non è più nobile della mia già abbondantemente umile condizione…” continuò “… come ricorderete fu la perdita del mio cavallo a spingermi in questo venerabile luogo… spiacente dunque di non potervi offrire un qualche segreto, romantico ed avventuroso, per giustificare la mia presenza in questo ducato.”
Indicò la sua spada.
“Ora sono riuscito a guadagnarmi la vostra fiducia, milady? Darete credito al mio piano? E, vi prego, non continuate a fissarmi in quel modo…” fece ironicamente “… altrimenti finirete col turbarmi ed io non voglio che audaci pensieri attraversino il mio cuore mentre siamo in questo santo luogo.” Sospirò, per poi ridere di gusto.
“Allora, siamo soci? Divideremo in parti uguali i rischi di questa storia?” Domandò. “E, credetemi, non aspiro ad essere il vostro nuovo padrone. Anche perché, da quel che vedo, difficilmente un uomo riuscirebbe a domarvi, mia signora!” Mentre quel suo solito sorriso guascone attraversò il suo volto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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