Tamburellai con la punta delle dita sulla panca e accennai a un sorriso. Ma quando parlai gli chiesi: "Cortesia... cavalleria... a quanto pare lasciarmi in mezzo a una palude e trascinarmi via da quell'altare rientra in quella concezione. Non l'avrei mai detto!"
Lo soppesai con lo sguardo e valutai le sue parole.
"E sia... ma mi state nascondendo qualcosa."
Cincischiai con il mio scialle e finalmente glielo porsi.
"Tenete. Impacchettatela a dovere. Dopo che l'avrò consegnata penseremo a Parusia. Mi incuriosisce..." Avevo percepito qualcosa, mentre sfioravo la spada con le dita.
Mi avvicinai all'altare, indecisa se toccarla di nuovo. Poteva farmi del male? Per quella ragione mi aveva mandata a prenderla al suo posto? Esaminai la lavorazione dell'elsa e il riflesso della lama, senza toccarla.
Provai a prenderla avvolgendola nel velo, ma quella sensazione tornò, indescrivibile, quindi allontanai la mano.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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