“Si, sono d’accordo, milady!” Disse divertito Guisgard, mentre Melisendra si avviava verso l’uscita della cappella. “Dovevate restare in quella palude. C’era una Luna incantata ed il firmamento era costellato da luminose stelle. Ed io avrei fatto faville!” E rise di gusto.
Uscita, la bella incantatrice si ritrovò in una strada con ancora diverse persone ad attraversarla.
L’oscura figura, però, sembrava essere stata inghiottita dal crepuscolo che pian piano si faceva strada nell’imbrunire.
Ad un tratto le si avvicinò un mendicante.
Aveva un aspetto deforme ed emanava un odore rivoltante.
“Fate la carità ad un povero figlio della miseria, bella signora…” mormorò “… siate generosa al pari della vostra bellezza, milady… chiedo poco… una moneta o anche un pezzo di pane… una spilla, un monile o una spada per il mio padrone…” disse fissandola con un enigmatico sguardo “… una bella spada per il mio buon padrone e vedrete che la sorte vi ricompenserà… a voi ed al vostro bel bambino…” aggiunse con un ghigno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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