Non appena quella patetica figura si avvicinò a me e pronunciò quelle parole, un moto di rabbia impotente mi fece fiammeggiare gli occhi, ma mi trattenni.
Feci scivolare il pacchetto tra le sue mani ruvide e nodose.
"Digli che questo è il mio regalo di addio... ci rivedremo all'Inferno, qualora l'Inferno esista."
Mi allontanai bruscamente, scomparendo tra le stradine piene di gente.
Mi domandai se avrebbe mantenuto la parola. La sua parola, però, sapevo bene quanto poco valesse.
Entrai nella taverna e mi sedetti in un angolo. Ero preoccupata. Non avrei mai saputo proteggere Uriel da lui. Era ancora troppo forte. Forse avrei dovuto mandarlo più a nord, magari in un convento. Quel pensiero svanì subito, appena mi resi conto della sua assurdità. Non potevo fare una cosa del genere. Sarebbe stato crudele.
Feci un cenno a una ragazza che si aggirava per la taverna, servendo boccali e piatti di carne fumante. Le chiesi di portarmi lo stufato. Un profumo delizioso riempiva la sala, insieme all'odore delle erbe profumate appese alle travi. Mi massaggiai le tempie e esalai un profondo sospiro.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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