E' da un po' che non vi recito qualcosa di mio.
O, per meglio dire, che non vi ammorbo con qualcosa di mio.
Visti i bellissimi interventi, nel giardino del castello, ho pensato bene di contro-bilanciare con un'altra tediosa composizione che si ispira ad un mito: quello di Narciso.
[Narciso]
"Bellezza e Intelligenza
sono doti molto ambìte:
felice chi l'ebbe in dono,
perché la vita certo gli arride!"
Così pensavi...
Ma senza un'anima
a catalizzare l'energie,
si spezza la ragione.
E se la bellezza si giova
delle vanità del mondo,
l'intelligenza le fugge
nel credersi diversa.
E da chi ti è simile,
pure fuggi,
giacché lo sai:
è l'invidia del fratello
che cola veleno nelle orecchie.
Ecco, l'hai visto:
il mio occhio è azzurro
con riflessi verdi e gialli;
è acqua cheta e stagna,
ma il vento sa agitarla.
E' un cerchio assai perfetto
ed è questo che ti ha attirato:
uno specchio naturale
nel qual mirarti ancóra
e quell'ultimo bacio dare,
a sfiorar le tue stesse labbra...
A me
non ti ha condotto Amore,
ma solo il dono di Morte che porto
ed ora ti abbraccio forte
nel profondo mio di lago.
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Se a ciascun l'interno affanno si leggesse in fronte scritto, quanti mai, che invidia fanno, ci farebbero pietà! (Metastasio) 
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