Mio buon bardo ed amico, ho letto solo ora questa vostra composizione.
Io non sono un poeta come voi e non ho il dono di esprimere i miei pensieri sotto forma di versi come abilmente mostra la vostra arte..
Però nella poetica rivisitazione del mito di Narciso che ci avete donato non si può non cogliere quel contrasto, anche sofferto, tra bellezza ed intelligenza.
E questo mi fa pensare alla diversità di chi, talvolta, si ama.
Il cuore non si comanda, per nostra fortuna e sceglie sempre lui dove volare libero e sognare.
Ma tutto ciò mi spinge a chiedervi, mio buon amico: la diversità, per voi, è un limite o una prova in amore?
Nel palazzo di Camelot stasera, avvolto dall’imbrunire e dai sogni che comincia a sussurrare la sera, vi è un posto speciale per voi alla nostra tavola.
Come già Omero illuminò molte menti di eroi e come Merlino istruì gli animi ed i cuori dei migliori cavalieri del mondo, vi invito a prendere posto nella nostra corte e a cantare di questo e degli altri misteri che rendono la via tanto meravigliosa come solo un film o un romanzo sanno essere.
I miei omaggi, amico mio