"Pensate davvero che possa leggere nei vostri pensieri? In tal caso, se fossi in voi, starei molto attento..." sorrisi furbescamente. Poi scoppiai a ridere. "No, davvero... non posso leggervi nella mente, ho solo qualche intuizione, un po' come quando voi guardate il volto di qualcuno e capite se è triste o allegro... percepisco le emozioni, ma non posso strapparvi i vostri segreti, quindi smettete di preoccuparvi."
Posai il bicchiere. Quel vino era delizioso, ma già lo sentivo inebriarmi.
"Questo luogo è molto interessante... soprattutto per quello che sento, come una sottile ragnatela di energie. Il desiderio è la miglior fonte di nutrimento per noi... c'è una leggenda che parla di come siamo nate. Ve la racconterò..."
Mi sistemai più comodamente sui cuscini e incominciai.
"C'era una donna mortale, molto bella, di nome Aifa. Ed era sposata a un marito geloso, che la teneva nascosta agli occhi del mondo, chiusa in un palazzo circondato da alte mura. Lei era spesso da sola e il suo sposo non era gentile con lei. La ragazza si struggeva, passava le ore a rimpiangere il suo triste destino, condannata a non provare mai quei sentimenti d'amore che aveva tanto spesso ascoltato nelle ballate.
Aifa passeggiava in giardino tutte le sere, poteva farlo solo dopo il crepuscolo, quando anche la luce del giorno avrebbe nascosto la sua bellezza. Una notte gli spiriti la videro e il suo bel volto triste li mosse a compassione, iniziarono a sussurrarle dolci parole e bellissime melodie nel vento. Ogni notte usciva e mostrava il suo volto alla luce delle stelle. Gli spiriti divennero sempre più audaci, più stavano insieme e più lei tornava a sorridere, se ne innamorarono e lei li amò a sua volta, così intensamente che quel desiderio crebbe tanto da trasformrsi in realtà. E quando gli spiriti, accorsi in gran numero e follemente innamorati, si insinurono nella sua camera e lei li accolse. La giovane Aifa era felice ma, con sua grande sorpresa, scoprì che ciò che era successo non era stato privo di conseguenze. Quel desiderio era germogliato dentro di lei. Si disperò, pensando che il suo sposo l'avrebbe uccisa. Ma lui non lo scoprì mai, perchè gli spiriti la liberarono dalla sua prigione e la donna fuggì con loro... fin qui sembra una bella storia."
Bevvi un sorso dal mio calice e continuai.
"Però gli dei si adirarono molto: gli spiriti avevano fatto qualcosa di proibito. Quindi li chiusero nella loro solitudine e per ristabilire l'equilibrio condannarono anche la stirpe della donna. Il desiderio di cui bruciava Aifa era diventato una bambina, una bellissima figlia capace di suscitare tempeste nel cuore degli uomini... ma loro stabilirono che tutte le sue discendenti non avrebbero mai avuto pace, perché proprio ciò che amavano, era ciò che avrebbero dovuto distruggere per sopravvivere. Non avrebbero mai potuto amare gli uomini, solo nutrirsene. E quei baci che Aifa aveva tanto desiderato, sarebbero diventati il prezzo da pagare... per questo i nostri baci possono essere mortali."
Tacqui per un attimo, pensando che non ricordavo esattamente chi me l'avesse raccontata. Era come un ricordo frammentario nella mia memoria.
"Credo me la raccontasse mia madre... non ne sono certa..."
Tamburellai con le dita.
"E ora ditemi qualcosa voi... qualcosa che non so." Lo guardai con curiosità.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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