Guisgard sorrise e mostrò un vistoso inchino a Melisendra.
Lasciò allora la ragazza a riposare e lui raggiunse uno dei balconi del palazzo.
“Sei l’unico a restare da solo, stanotte…” disse qualcuno alle sua spalle “… cosa insolita per questo luogo…” aggiunse Rachel.
“Anche tu lo sei…” sorrise Guisgard “… ma forse non lo siamo per gli stessi motivi.”
“Ah, no?” Sorrise anche lei. “Chissà, non si potrebbe mai dire…”
“E’ facile a dirsi…” fece Guisgard “… dimmi perché lo sei e vedremo.”
“Sono sola perchè posti come questi” rispose Rachel “sono i più insopportabili per chi è solo…”
Guisgard si voltò a fissare la luna.
“Stasera sei anche tu enigmatica come la Luna…”
“Credi? Eppure tu dovresti comprendermi meglio degli altri…”
“E perché mai?”
“Fino a quando resterai qui?” Chiese la donna, cambiando discorso.
“All’alba ripartiremo… dopo aver preso la spada…”
“Guis…” si voltò a fissarlo lei “… sta attento, ti prego… ho fatto un brutto sogno l’altra notte…”
“Schhhh…” posandole dolcemente la mano sopra le sue labbra “… sai che non amo le parole di cattivo auspicio…”
“Guis, la lascerai qui?”
“No, ovvio che no…”
“E dove la lascerai allora?”
“Spero in un mondo più sicuro…”
“Perché?”
“Ti ho già raccontato di come mia madre mi parlava sempre di Lancillotto, vero? Ecco, non posso fare a meno di aiutare i deboli.” Scherzò lui.
“Guis… ti prego… raccontami una delle tue storie… fa che sia bellissima… bellissima, tanto da illudermi che possa essere vera… almeno fino all’alba…”
“Conosci la storia di Aifa?” Domandò Lui.
Lei lo fissò.
“Già, immaginavo…” sussurrò rientrando dentro.
“Dove vai?” Gridò lei.
“A cercare gli spiriti…” sorrise “… ma non capiresti…”
Melisendra sentì la porta aprirsi e vide Gavron correre verso di lei.
Ad un tratto un grido e qualcuno afferrò il bambino.
“Dov’è la spada!” Chiese Gouf portando la spada al collo del piccolo. “Dimmelo e farà la stessa fine dell’altro bastardo!”
Ed indicò Uriel a terra in una pozza di sangue.
“Dimmi dove si trova la spada!” Urlava delirando Gouf. “Dimmelo!”
Melisendra si destò di colpo, gridando per la paura.
“Ehi, è solo un brutto sogno, su!” Disse Guisgard accanto a lei, attratto nella saletta dalle grida della ragazza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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