Quando i miei occhi si abituarono alla luce mi guardai intorno, eravamo in uno strano ambiente circolare illuminato da numerose torce alimentate ad olio che emanavano un odore quasi insopportabile. Intorno a noi le pareti erano ricoperte di marmo bianchissimo. La stanza dava su di un corridoio ampio e rivestito anch'esso di marmo, ma non era completamente bianco, aveva alcune striature nere. Compresi che le urla provenivano da lì, avremmo duvuto percorrere quel corridoio. Presi la mano di Pasuan
"Vieni, c'è un corridoio davanti a noi, dobbiamo percorrerlo! E' ampio, puoi camminare al mio fianco se vuoi".
Ci incamminammo.
Dopo un primo tratto il corridoio iniziò ad avvolgersi su sè stesso, era una chiocciola, più avanzavamo più scendevamo. Tutto quel vorticare mi fece venire la nausea ma non ci badai, presi una delle torce che erano appese al muro e continuai ad avanzare. Arrivammo ad un cancello di ferro
"C'è un cancello qui Pasuan, non possiamo avanzare".
Mi voltai sentendo un gemito. Appese a dei grossi anelli c'erano delle enormi catene... e ad esse era legato un giovane uomo. Era ricoperto di sangue ed irriconoscibile, immaginai subito che fosse Ludovici. Non vidi Amelya invece...
"Pasuan, Ludovici è qui! Sta male, è grondante di sangue... non so nemmeno se sia ancora vivo..."
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire
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