Guisgard si guardò allo specchio e vide la sua immagine mutata nel grottesco e disgustoso mendicante.
Il cavaliere allora annuì, alle parole di Melisendra.
“Voi non siete un lupo, almeno per quanto mi riguarda…” disse mentre sistemava Parusia sotto le vesti “… ma una donna… continuerete a fare queste cose anche quando sarete con vostro figlio? O forse per quel tempo vi sarete specializzata nel trarre linfa vitale da animali come agnelli e capretti?” Sorrise amaramente. “Ma che sciocco, vero? Pretendere di farvi comprendere… del resto cosa ci si può aspettare dalla donna innamorata del Cavaliere del Gufo… forse dovreste tornare da lui, sapete? In fondo non siete poi così diversi… amate uccidere e non potete farne a meno… davvero una coppia perfetta. Da romanzo.”
Si avviò allora verso la porta.
“Si, sapevo che sarebbe stato inutile chiedervi di restare qui.” Aggiunse. “Fate come volete… ma vi avverto…” fissandola “… non intralciatemi. Non voglio mettere in pericolo Gavron solo per le vostre manie di protagonismo.” Aprì la porta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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