“Vedo che ti sta molto a cuore la sepoltura di quel bambino.” Disse l’oscuro signore.
Fissò allora uno dei suoi ed annuì.
Il servitore fece segno a Melisendra di seguirlo e poco dopo la ragazza, con in braccio Gavron, si ritrovò di nuovo in superficie, accanto alla cappellina col Cristo Redentore.
Albeggiava su Capomazda e la natura cominciava a destarsi dagli incanti e dai misteri della notte.
Sulle torri della cittadella, quasi perse nella foschia del mattino, si intravedevano le fiaccole delle sentinelle, mentre sordi boati si udivano in lontananza, oltre la cinta muraria.
E di fronte all’angoscia di quel mattino, l’unico barlume di speranza, serenità e pace sembrava provenire dallo sguardo del Cristo della cappellina che brandiva, quasi come un’arma, la Sua Croce, unica difesa contro le forze del male che minacciavano quel turbolento mondo.