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Vecchio 06-07-2011, 04.21.49   #3785
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Sin da piccolo ho sempre amato i vecchi film del cinema classico, soprattutto quelli in bianco e nero.
Credo che sia stata mia madre a trasmettermi questa passione.
Lei, come fa ancora oggi, lasciava la tv accesa su uno di quei tanti canali che trasmettevano qualche vecchio film, mentre era impegnata nelle faccende domestiche ed io li guardavo in attesa che cominciassero i cartoni animati.
Così i protagonisti di quei film, capitani di mercantili che battevano le pericolose rotte sconosciute dei mari della Cina, aviatori spericolati impegnati in voli mozzafiato ed amori d’altri tempi, eroi di cappa e spada tra intrighi di corte e duelli all’ultimo sangue, fuorilegge nelle sterminate praterie del vecchio West, insieme agli eroi dei cartoni giapponesi divennero i miei idoli.
E proprio nell’incanto del bianco e nero di quei vecchi film, che sembra fatto apposta per sognare, io vi narrerò di un’altra storia della mia favolosa margherita…

Il Sole splendeva vigoroso nel cortile in quella luminosa mattinata d’Estate, tra la verdeggiante danza delle foglie di ficus, animate da una brezza che rendeva gradevole quella calura e le arance e i limoni che pendevano dai loro rami come gemme preziose, in uno scenario che la fantasia poteva facilmente rendere esotico ed incantato.
Un gruppo di bambini discuteva animatamente su quale gioco avrebbe occupato la loro mattinata.
“Oggi vi porterò tutti nei magnifici e sconosciuti mari del Sud, tra i porti dei Carabi e delle Antille. Dove scintillano stelle sconosciute e la Luna lascia una scia d’argento sul mare infinito.” Disse uno di quei bambini.
“Ehi, Guis e noi chi saremo?” Chiese un bambino.
“Saremo dei corsari!” Rispose il piccolo Guisgard. “E l’isola della Tortuga sarà il nostro rifugio!”
Tutti esultarono a quella promessa di divertimento.
“Avanti, ciurmaglia!” Gridò Guisgard aprendo i cancelli di quel mondo fantastico ed avventuroso. “Issate l’ancora e sciogliete le vele! C’è un vascello che batte bandiera inglese!” Indicando un orizzonte romanzesco che sembrava ai loro occhi aver abbattuto le mura del cortile in cui si trovavano. “Un barile di rum per chi piazzerà la nostra bandiera del teschio sul pennone più alto di quella nave!”
“E per voi cosa prenderete, capitano?” Chiese il bambino che impersonava il mozzo di bordo.
“Per me? Oh, per me ci sarà la donna più bella di quel vascello!” Rispose saltando giù dalle scale come se fossero l’albero maestro della loro nave.
“Diavolo di un capitano!” Esclamò divertito un altro della ciurma. “Non vi smentite mai! Ma ricordate che i dobloni valgono più delle donne! Con un doblone potete averne dieci di ragazze!”
“La figlia del governatore non ha prezzo, miei prodi!” Replicò Guisgard. “All’arrembaggio!”
“Voglio giocare anche io…” disse una bambina giungendo all’improvviso.
“Abbiamo già cominciato!” Rispose uno di loro.
“Ma io voglio giocare con voi…”
“E’ tardi ormai!”
“Cosa succede?” Arrivando Guisgard.
“Questa pettegola vuole rovinarci il gioco!”
“La faremo giocare con noi.” Disse Guisgard. “Potrà essere la figlia del locandiere alla Tortuga.”
“Io non voglio essere la figlia del locandiere…” scuotendo il capo la bambina “... io sono una principessa…”
“Se vuoi giocare farai la figlia del locandiere!” Fece uno dei bambini.
“No, io sono una principessa...”
“Ecco, sapevo che ci avrebbe rovinato il gioco!”
“Aspettate.” Intervenne Guisgard. “Troveremo il modo di giocare tutti insieme.”
“Tu ci avevi promesso il mare” fece uno di loro “ed è quello che vogliamo!”
“E lo avremo...” rispose lui “... il mare d’Oriente... esotico, misterioso, favoloso… vi porterò ne Le mille e una notte... dove le notti sono magiche e la luna illumina un mondo incantato e fiabesco...”
Tutti lo ascoltavano rapiti. “Non cambierà nulla… io sono Sinbad il marinaio e voi i miei fidati compagni...”
“E cosa faremo, Guis?” Chiese uno di loro.
“Dobbiamo liberare la principessa rapita dai pirati...”
“Ma i pirati eravamo nell’altro gioco!”
“Ma non ci saranno solo loro…” spiegò Guisgard “... il covo dei pirati è stato aggredito da un orribile mostro...”
“Un mostro?” Ripeterono in coro gli altri.
“Si, un terribile mostro… il terrore dei mari d’Oriente… il Roc!”
“E cos’è?”
“E’ un uccello gigantesco capace di oscurare il Sole quando è in volo! Ha attaccato i pirati e portato via con sé la principessa! Vivian, va sotto quell’albero, tra i cespugli. Sarà l’isola del Roc.” Disse alla bambina.
Vivian corse all’ombra dell’albero indicatogli da Guisgard.
“Avanti, miei prodi!” Gridò Guisgard. “A salvare la principessa!”
E così, il cortile divenne il magico e misterioso Oriente, trasportando quei bambini nell’incanto de Le mille e una notte.
Il giorno dopo Guisgard passeggiava presso un alberato viale con un pallone sotto il braccio, quando fu raggiunto da un viso a lui familiare.
“Ciao, Guis.”
“Ehi, Vivian!”
“Mi sono divertita ieri…”
Guisgard sorrise.
“Mamma mi ha letto altre storie de Le mille e una notte...” disse la bambina “... sai, Sinbad ha fatto molti altri viaggi... tieni, leggilo, così inventerai altri giochi...” dandogli il libro che aveva con sé "... nel libro troverai un regalo...” continuò “... l’ho raccolto ieri, sull’isola del Roc, mentre aspettavo che tu arrivassi a salvarmi…” gli diede un bacio sulla guancia ed andò via.
Guisgard aprì il libro e vi trovò dentro un fiore.
Un fiore magico.
Sorrise e lasciò che i suoi petali gli accarezzassero il volto per tutto il tragitto fino a casa.
Quel fiore era, naturalmente, la mia margherita.

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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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