“Abbiamo ormai ben poca scelta, Dafne…” disse Pasuan “… avanti, procediamo verso la luce di quella stanza che vedi in lontananza… e tieniti pronta a tutto…”
I due cominciarono ad avanzare piano.
E più avanzavano, più la loro tensione saliva.
Giusero così davanti alla porta della stanza.
Era socchiusa.
“Entriamo, Dafne…” mormorò Pasuan, che, da come la ragazza aveva arrestato i propri passi, aveva capito di aver raggiunto quella stanza.
Allungò allora la spada fino a toccare il legno della porta.
“Preparati, piccola…” sussurrò a Dafne.
Spinse così la punta della spada contro la porta e questa si aprì.
La stanza era in realtà un piccolo vestibolo scavato nella nuda pietra.
Al suo interno vi era solo un grosso tavolo al centro, tutto unto e maleodorante.
A terra e sulle pareti vi erano ovunque schizzi e macchie di sangue.
Alcune ancora fresche.
E contro la parete più lontana vi era una strana e silenziosa figura vestita con un lungo e nero mantello.
Era girata di spalle ed aveva in braccio qualcosa.
Si muoveva ed emetteva dei vagiti.
Era dunque un bambino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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