“Io scrupoli? Ma se fosse dipeso da me sarebbe già morto quel cavaliere! Ed ora Uriel sarebbe senza dubbio al sicuro…” disse l’immagine allo specchio fissando Melisendra con un ghigno.
L’oscuro signore aprì la porta.
“Vado ad interrogare quel verme…” fissò Melisendra “… hai ragione… la sua mente è debole… ed i deboli non hanno diritto di vivere. Vuoi assistere con me al suo supplizio?”
Nella cella, intanto, Guisgard era in compagnia del vecchio cieco.
“Eri dunque un servo di lord Rauger?” Chiese il cavaliere.
“Si… e fui precettore di suo nipote, lord Ardoss.”
A quel nome Guisgard ebbe un sussulto.
“Lo… lo hai conosciuto allora…” mormorò.
“Si… aveva quindici anni quando mi fu affidata la sua preparazione… l’ho visto diventare uomo… e l’ho visto morto…”
“Che… che uomo era?”
“Il migliore che sia mai nato.” Rispose il vecchio. “Di una nobiltà d’animo vera e sincera… chi non lo conosceva poteva facilmente confondere i suoi modi e crederlo un irriverente, un egocentrico o un donnaiolo… niente di più falso. Egli era giusto con i nemici, pietoso cogli amici e misericordioso verso i poveri… e quanto alle donne, egli ne ha amata una per tutta la vita.”
“Sua moglie immagino…”
Il vecchio esitò.
“Nella morte la sincerità è spesso l’unica cosa che resta a noi miserabili condannati…” sussurrò “… non ti negherò dunque questa cosa… la donna che lord Ardross amava sinceramente non era sua moglie… ma un’altra…”
Guisgard si voltò di scatto.
“Chi era quella donna?”
Ma in quel momento si udirono dei passi.
Erano alcuni seguaci dell’oscuro signore.
Presero Guisgard e lo incatenarono alle sbarre della cella.
“Ora comincia il bello, verme…” mormorò il boia.
In quel momento giunse l’oscuro signore.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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