Il boia smise il suo supplizio e slegò Guisgard, che cadde a terra pesantemente.
Il boia lo riportò nella cella e lo incatenò di nuovo alle catene.
“E’ tutto vostro, questo cane.” Disse poi a Melisendra.
Il petto del cavaliere era lacerato dalle frustate ed a contatto con la nuda pietra delle pareti quelle ferite gli producevano un dolore fortissimo, a tratti insopportabile.
“Come stai, amico mio?” Chiese il vecchio cieco.
Guisgard rispose con un gemito di dolore.
“Avanti, fatti forza…”
“Si…” annuì a fatica il cavaliere alle parole del vecchio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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