Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 11-07-2011, 19.09.06   #1800
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nishuru fissò Sayla prima che la ragazzina abbandonasse la sala.
“Bisognerebbe capire cosa centra la Dolorosa Costumanza con i tragici eventi che hanno colpito ormai da secoli i nobili Taddei.” Disse alla giovane. “Questo dovresti scoprire, Sayla, questo è il vero scopo per cui noi tutti siamo qui.” Fissò Layla. “Quella donna… ha qualcosa nello sguardo… un male antico, un odio vecchio come il mondo… e di quell’odio tutto questo luogo ne è intriso.”
Luna ascoltò ed annuì.
Layla, udite le parole di Sayla, fece cenno alla ragazzina di poter lasciare la sala.
Un valletto la condusse al piano superiore dove una stanza era stata preparata per lei.
Nella stanza vi erano diversi piccoli ritratti, con soggetti mitologici, pastorali e a tema Sacro.
Su tutti si notavano due bellissime icone di gusto bizantino, raffigurante la Vergine col Bambino una e i tre Arcangeli, Michele, Raffaele e Gabriele l’altra.
Nella sala, intanto, il banchetto continuava.
Icarius fissò per tutto il tempo Talia, senza però aver molte occasioni per poterle parlare.
Poi, come vinto dal desiderio di farlo, si alzò in piedi.
“Milady…” rivolgendosi a Layla “… poco importa il nome con cui chiamate vostra sorella… io vi chiedo di poterla corteggiare per poi chiederla in moglie.”
Un vocio soffuso si alzò dalla tavola, per poi svanire quando Layla rispose.
“Se non erro voi avete già una moglie, milord…”
“Si, ma come voi stessa mi accennavate ella è andata via, forse per ritornare a Sygma.”
“E volete quindi rifarvi una vita con Yelia?”
“Si, mia signora.”
“Siete volubile, proprio come i vostri antenati, mio signore.”
“Milady, vostra sorella mi rammenta in tutto e per tutto mia moglie Talia, l’unica donna che io ricordo di aver amato. Se ella ora è andata via, io sono disposto ad inseguire un sogno, un’immagine, se anche pallida, per poter stare con lei.” La fissò. “Ricordate questo fiore?” Mostrando Mia amata. “Per questo, vi ricordo, mi prometteste ogni cosa. Ed io ora chiedo di poter corteggiare vostra sorella.”
Layla fissò quel fiore.
“Si, per quel fiore nulla vi negherei…” mormorò la donna “… nulla… ma quanto chiedete non dipende da me… vi è una legge, voluta da mio padre, che impone l’ordine secondo il quale le sue due figlie devono prendere marito… essa impone che spetti prima alla maggiore e poi alla minore.”
“Dunque se non vi sposerete non potrà farlo nemmeno vostra sorella?” Domandò Icarius.
“Si, milord.”
“Quale legge impone questo giogo?” Chiese Icarius.
“La Dolorosa Costumanza, milord.” Rispose Layla.
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