Incredibilmente Pasuan e Dafne erano riusciti a liberarsi ed a raggiungere quasi l’uscita.
La porta d’uscita da quell’Inferno era lì, davanti a loro.
A pochi passi vi era la libertà.
Ma ad un tratto Pasuan arrestò la sua corsa.
“Dafne…” disse “… non possiamo andare via così… tu sei stata fantastica, una degna eroina, ma il mio onore mi impone di tornare indietro e tentare di salvare quei disperati…” sospirò, come a voler trarre forza proprio da quei valori cavallereschi a cui disperatamente tentava di aggrapparsi “… ma non posso obbligarti a seguirmi... già ho messo più volte in pericolo la tua vita… Dafne…” stringendole le braccia “… sei la cosa più bella che ho e un giorno…” esitò “… un giorno, a Dio piacendo, voglio che tu…” sospirò “… ma devo essere degno di questo… sarò cieco, si, ma questo non toglie nulla al mio valore di cavaliere e tu ed il piccolo Hubert meritate un vero uomo al vostro fianco… Dafne, è per voi che lo faccio… voglio vivere senza rimorsi, senza fantasmi… voglio essere un uomo libero… libero di amarti… perdonami, ma devo tornare indietro per aiutare quegli uomini imprigionati dalla strega…”