“Non siete in condizione di preoccuparvi per gli altri.” Disse Guisgard a Melisendra. “Siete troppo debole…” cercò di assicurarsi se avesse o meno la febbre “… chi vi dice che io non possa fare niente per voi? Conoscete qualche rimedio, non so, qualche erba rara o sconosciuta, il nettare di qualche albero, o la pelle di qualche animale? Deve pur esserci un modo per farvi riprendere le forze.”
“Si, mio signore…” intervenne il vecchio, mentre distrattamente rimetteva a posto pentolame ed erbe “… porgetele il collo e vedrete che subito si rimetterà in forze…”
“Sta zitto, vecchio.” Gridò Guisgard. “Avanti, ditemi cosa posso fare per voi…” tornando a rivolgersi a Melisendra “… io mi sono fidato di voi, mettendo nelle vostre mani la mia vita… per una volta, una soltanto, vi chiedo di fidarvi di me…”
"E' inutile, mio signore, inutile." Mormorò Diacono. "Quelle come lei si fidano solo di loro stesse e del demonio a cui sono devote. Magari aspetterà che il sonno ci prenda, per aggredirci e nutrirsi col nostro sangue e con le nostre anime. Dobbiamo liberarcene." E si segnò tre volte.
"Apri di nuovo quella tua vecchia bocca e ti ritroverai a segnarti davanti a San Pietro, vecchio!" Minacciò il cavaliere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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