Guisgard sentì l’impulso di abbandonarsi all’ira.
Quella donna riusciva ogni volta ad irritarlo, a farlo arrabbiare come nessun’altra.
Ma perché?
Perché ci riusciva?
Si chiedeva il cavaliere.
Tentò allora di scacciare quell’impeto di rabbia e frustrazione.
“Si, avete ragione…” disse “… il vostro cuore non è affar mio… e state tranquilla che non me ne occuperò più…” scosse il capo “… però su una cosa vi sbagliate… una donna normale non mi avrebbe lasciato in quel luogo… magari sarebbe tornata per motivi diversi dai vostri, ma l’avrebbe fatto…” la fissò per un istante senza dire nulla “… ma vi sono comunque debitore…” riprese a dire “… ma saprò sdebitarmi, non temete… non voglio debiti con voi…”
Fece un cenno al vecchio ed uscì in strada insieme a Melisendra.
Per tutto il tragitto non disse nulla, limitandosi a gettare qualche occhiata alla ragazza che camminava a fatica.
Avrebbe voluto avvicinarsi, sorreggerla, aiutarla, ma avvertiva l’ostilità nei suoi confronti da parte di lei.
Alla fine giunsero in strada isolata e malfamata.
E in una bottega maleodorante e sporca trovarono alcuni mendicanti.
Erano storpi, malati e deformi.
“Ecco, la vostra corte dei miracoli…” mormorò il cavaliere mostrando quei miserabili a Melisendra “… scegliete chi vi piace di più e cibatevi pure… il prescelto sarà comunque un fortunato, visto che gli farete un gran favore mettendo fine alle sue miserie… io vi attendo sul ciglio della strada…” disse allontanandosi con indifferenza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 13-07-2011 alle ore 03.17.48.
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