Icarius fissò Sayla, mentre un velo di tristezza scese sul suo sguardo.
I suoi occhi divennero come opachi, freddi, quasi spenti.
“Perché, Sayla… anche tu vuoi andare via…” disse chinando il capo.
“Fendere l’acqua con la spada? Ma perché, maestro?” Chiese Icarius mentre la corrente del fiume faceva di tutto per fargli perdere l’equilibrio.
“Devi dominare gli eventi con la tua spada…” rispose il maestro“... essa, in battaglia, è la tua sola compagna… perché, ricordalo, un eroe quando lotta col nemico è sempre solo.”
Quel ricordo, sconosciuto, ignoto, inspiegabile, attraversò la sua mente in un istante che parve infinitesimale.
Si massaggiò la testa, ma un momento dopo non vi era più traccia di quell’immagine e di quelle voci lontane.
“Sayla…” tornando a fissare la ragazzina “… anche tu vuoi andare via…” ripeté l’eroe “… com’è triste ed assordante la solitudine… ho perso tutto… e forse tra qualche giorno perderò anche la vita… se anche tu mi abbandoni non mi resterà veramente più nulla… per la donna che amo non ho un volto, né un nome… e per me stesso neanche un passato… se tu partirai davvero, io sarò ancora più solo in tutto questo… solo ad affrontare gli oscuri incanti di questo luogo… e solo all’appuntamento con la morte che mi attende in quel verziere…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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