Spalancai gli occhi a quelle parole di Layla... il disprezzo, la rabbia, l’alterigia con cui le aveva pronunciate mi scossero profondamente.
“Chi sei tu?” mormorai “Chi sei tu che con tanta superbia tratti la vita e... l’amore? Chi sei tu che predichi di ripagare il male con altro male? Che credi che le colpe dei padri ricadano sui figli e sui nipoti per l’eternità? Come puoi parlare così? Come puoi non provare orrore tu stessa per ciò che dici?”
Spostai gli occhi in basso, sul medaglione che avevo tra le mani, e sorrisi, fissando il volto in quella miniatura...
“Si...” mormorai, carezzando leggermente con un dito quell’immagine “E’ importante che sia qui. Lo è davvero! Perché adesso mi spiego molte cose, adesso riesco a dare un nome a molte sensazioni... e quella nebbia che mi oscura la mente sta iniziando a sciogliersi!”
Con uno scatto richiusi il medaglione e riportai gli occhi su di lei.
“Non morirà!” sentenziai, la voce di nuovo alta e fervente “Qualsiasi cosa tu voglia fare, io non te lo permetterò... tu non sai di cosa potrei essere capace!”
Le lanciai un’ultima occhiata, poi mi voltai e mi allontanai senza fretta, con passo sicuro.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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