Scrutai bene il frate che era entrato nella mia cella.
"Padre..." mi avvicinai e congiunsi le mie mani sopra le sue, come per pregare. In realtà il contatto mi aiutò a concentrarmi. "Richiamate la guardia... Quando vi aprirà la porta della cella, lo colpirete e mi lascerete scappare..."
Lo guardai negli occhi, pronunciando quelle parole con la giusta tonalità.
"Avete capito bene? Poi dimenticherete ogni cosa..."
Sorrisi.
Fortunatamente per lui non avevo appetito.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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