“Che io sia dannato!” Disse una delle sentinelle. “E’ morta, c’è poco da fare!”
“Ma com’è stato possibile? Chiese l’altra sentinella.
“Cosa vuoi che ne sappia! Era una strega ed avrà usato qualcuno dei suoi poteri per morire! Del resto, le fiamme del rogo fanno paura a chiunque!”
“Ora cosa facciamo?”
“Beh, quel che facciamo sempre in casi come questo! La chiudiamo in un sacco e la bruciamo in un luogo appartato e sconsacrato. La legge non vuole che un cadavere sia arso pubblicamente. Sarebbe peccato mortale.”
“Faccio chiamare qualcuno per portarsi via il cadavere, allora.”
Poco dopo giunsero due uomini che caricarono il sacco col cadavere su un carro.
“Dove la brucerete?” Chiese una delle sentinelle.
“Non possiamo uscire perché c’è l’assedio… le daremo fuoco e la butteremo allora dalle mura e chissà che il corpo di questa strega non maledica il Gufo ed i suoi tirapiedi!” Rispose uno degli uomini sul carro.
“Ben detto!” Ridendo la sentinella. “Io intanto avvertirò monsignor Ravus. Addio!”
Più tardi, in una zona isolata della cittadella, due figure stavano sotto una quercia ad attendere.
“Mamma, mamma!” Chiamava Uriel mentre correva verso la casa.
Melisendra uscì e raggiunse la staccionata.
Guardava il suo bambino mentre le correva incontro.
“Guarda!” Esclamò il piccolo mostrandole un coniglietto. “L’ho trovato nel bosco… credo abbia smarrito la mamma… posso tenerlo? Ti prego, mamma...”
Ad un tratto però la ragazza udì dei passi dietro di sé.
“Melisendra…” disse Gouf avvicinandosi.
“Melisendra…” chiamò Guisgard “… Melisendra, mi sentite?”
“Forse non si sveglierà, mio signore…” mormorò Diacono guardando la ragazza “… dopotutto è pur sempre un veleno quello che le abbiamo dato…”
“Sta zitto, vecchia cornacchia del malaugurio!” Lo riprese Guisgard. “Non vedi che si sta svegliando! Si, grazie al Cielo! Si sta svegliando… Melisendra, mi riconoscete?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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