“La Luna…” disse Talia quasi in un sospiro “... com’è bella stasera... mi ricorda quando uscivo a notte fonda dal mio balcone a fissarla… sai, dal palazzo reale di Sygma il Cielo sembra più vicino e certe notti speciali puoi quasi arrivare a toccarlo...”
“Ti manca Sygma?” Domandò Icarius avvicinandosi.
“Certe volte si, mi manca tanto…”
“Allora devo trovare una soluzione per questa tua malinconia, gioia mia…” disse lui abbracciandola da dietro e cingendole i fianchi con le sue braccia.
“E cosa potresti mai fare, milord?” Chiese lei sorridendo e voltandosi a guardarlo.
“Beh, potrei imitare l’antico re di Babilonia che pure si ritrovò ad affrontare un problema simile.”
“Davvero?”
“Certo.” Annuì Icarius. “Pare che anche sua moglie soffrisse di nostalgia. Lei proveniva da terre lussureggianti, mentre invece Babilonia era nel bel mezzo del deserto.”
“Già, davvero un bel problema.” Divertita lei.
“Ed io potrei allora agire proprio come fece il re di Babilonia...”
“E come, mio ingegnoso marito? Costruendo nel bel mezzo del nostro verziere i leggendari Giardini Pensili?”
“Giardini Pensili?” Ripeté lui stupito. “E cosa centrano i Giardini Pensili ora? Caso mai le Colline Pensili!”
“Sei matto!” Ridendo lei. “Ed io che ti prendo pure sul serio!”
“Sei bellissima quando sorridi, Talia…” sussurrò lui “... non dovresti mai essere triste o malinconia... è quasi un peccato non vederti sorridere...”
“Ora non sono più malinconica...” sorridendo lei.
“Dai, dimmi cosa posso regalarti stanotte! La Luna? Si, prima parlavi della Luna!” Fissò allora il pallido astro notturno. “Potrei prenderla al laccio per te. Ti piace l’idea, amore mio?”
Lei lo ascoltava divertita.
“Così potrei decidere anche a che distanza lasciarla… va bene com’è ora?” Continuò Icarius. “O la vuoi più vicina? Ehi, madonna Luna, mi sentire? Parlando alla Luna. “Potreste venire un po’ più vicino? Fareste felice mia moglie e lei, poi, farà felice me stanotte!”
“Ma che scemo che sei!” Fingendo di dargli un buffetto lei.
“Beh, cercavo solo l’aiuto della Luna per conquistare la mia bellissima moglie.”
“Mi hai già conquista…” sospirò lei.
Ed un dolce, infinito bacio unì i due nell’incanto di quella notte sotto la pallida Luna di Capomazda.
Talia si svegliò di colpo, quasi destata da quel bacio avuto in sogno.
Si voltò intorno e in un attimo rammentò ogni cosa.
Era prigioniera in quella stanza posta su una torre tanto alta da renderla più vicino al Cielo che alla terra.
E segregata lì dentro, la tristezza e lo sconforto le attanagliarono il cuore.