Guisgard restò un momento a fissare Melisendra, dopo averla ascoltata con attenzione.
“Beh, per voi andrebbe proprio bene…” disse “… la mia cattura porterebbe alla liberazione di vostro figlio, no?” Continuò a fissarla con uno sguardo di ghiaccio.
“Milord, quell’uomo… Izar…” balbettò Diacono “… Parusia è in suo possesso… voi dovete riprendere quella spada… lo dovete al vostro sangue…”
“Io non devo nulla a nessuno, vecchio! Capito? Nulla a nessuno!”
“Milord…” fece il vecchio “… nessuno può scegliere il proprio destino… voi dovete riprendere la spada dei vostri padri…”
“Perchè?”
“Perché nessun altro può…” rispose Diacono “… se finisse nelle mani del Gufo sarebbe la fine per il nostro mondo… egli non è solo un uomo malvagio, ma è anche un eretico… tutti i vostri avi hanno combattuto contro i nemici della Fede e della Chiesa…”
“Maledetto!” Prendendolo per il bavero Guisgard. “Se tu non fossi un povero vecchio ti avrei già fracassato la testa!”
“Si, picchiatemi!” Con orgoglio Diacono. “Picchiatemi fino ad uccidermi! Ma niente cambierà ciò che siete, milord! Siete il figlio di sua signoria lord Ardross! Ed il vostro sangue vi chiede di combattere!”
Guisgard lanciò un urlo, tentando di interrompere il vecchio, ma fu inutile.
“Dovete riprendere Parusia, milord…”
Guisgard chinò il capo ansimando per la rabbia.
Si voltò poi verso Melisendra.
“Voi sapete entrare nel covo di quel maledetto…” mormorò “… dovete accompagnarmi almeno fino all’ingresso…”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|