"State cercando di spaventarmi? Pensate che non sappia chi è il Gufo? E' proprio perchè l'ho amato che non posso vedere cosa è diventato..." abbassai gli occhi. "Non mi pento di niente. Ma ora la cosa più importante è Uriel... non posso lasciarlo a lui. Lo ucciderà... o ancora peggio! Se non lo ucciderà, temo ancor di più che possa plasmarlo a sua immagine!" E quello era ciò che mi atterriva. C'erano troppe maledizioni che si trasmettevano come colpe ataviche, col sangue.
"Sono sempre stata sincera con voi e con Gavron. Non c'era ragione per non esserlo. Sapete bene quali sono i miei talenti... o maledizioni, come preferite..." alzai gli occhi al cielo ormai scuro. "Ora si spiega quella malinconia che avevo visto dentro di voi... sapete, ancor più dei miei banchetti, la lettura delle sfumature dell'animo umano è una maledizione maggiore... perchè grazie ad essa avevo trovato del buono perfino del Gufo."
Smontai da cavallo e sbirciai verso la cappellina.
"D'accordo... ora cercate di farvi venire in mente un piano per prendere quella maledetta spada. Se posso essere d'aiuto nel mandare all'aria i piani di Izar, non vedo perchè non dovrei farlo!"
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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