“Beh, se avete visto del buono nel Gufo, allora dovreste rivedere un po’ la vostra capacità di leggere nell’animo umano.” Disse con sarcasmo Guisgard. “Ammesso che quel maledetto abbia davvero qualcosa di umano nel suo animo.”
Tornò a fissare la cappellina.
“Comunque, la malinconia che dite di vedere dentro di me” continuò “non dipende certo dai Taddei… il sangue non conta niente… è il cuore che anima i sentimenti di un uomo… ed io non sarò mai come loro… anche se il cuore, talvolta, fa brutti scherzi…” restò un attimo in silenzio dopo quelle sue ultime parole.
“Un piano? Beh, c’è poco da fare…” riprese “… credo che la spada sia custodita qui sotto, in questo suo dannato covo… ora che conosciamo la sua identità ne sono ancora più certo… infatti non avrebbe potuto nasconderla nel palazzo… lì ci sono troppi occhi indiscreti… quindi non ho molta scelta… devo scendere di nuovo in quest’Inferno a cercare come Orfeo…” sorrise come spesso faceva, con quella sua velata irriverenza “… sperando che anche Orfeo non vi stia antipatico come il buon Paride!”
Cominciò a toccare la cappellina, in cerca del meccanismo che avrebbe aperto il passaggio.
“Il vostro aiuto potrebbe essere prezioso, visto che conoscete meglio di me i meandri di questo luogo… ma vi avverto… laggiù dovrete essere davvero una novella Euridice e parlare il meno possibile!” Si voltò e le fece l’occhiolino.
“Ma come si aziona l’apertura di questo passaggio?” Esclamò poi spazientito.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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