Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 21-07-2011, 04.06.29   #1960
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Registrazione: 27-02-2011
Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Melisendra sarà presto famoso
"Non mi metterò nè a implorare, nè a piangere..." Sibilai, mentre mi teneva per la gola.
Lo guardai, ma senza odio. Lo guardai con distacco, come se guardassi attraverso il vetro.
Non avevo sentito più niente dopo il primo colpo. Il mio lungo addestramento mi aveva insegnato ad affrontare il dolore. Era un grande vantaggio poterlo allontanare dalla mente.
Ricordavo il periodo in cui avevo appreso quelle tecniche come il peggiore della mia vita. Era un susseguirsi di punizioni e lauti banchetti per far rimarginare le mie ferite. Il mio padrone mi aveva portata a sfiorare la morte, per non temerla, diceva lui, dovevo conoscerla e imparare che il dolore può essere addomesticato, come un cavallo selvaggio. Tutto ciò che ricordavo era rari lampi di lucidità e poi il dolore diventare lontano e muto come il rumore della risacca tra gli scogli o il fruscio della pelle di una serpe tra l'erba alta.
C'era voluto un inverno per insegnarmi quel distacco. Alla fine non ero nemmeno impazzita. Purtroppo, pensai in seguito.
In quel momento non c'era nient'altro oltre a me, Gouf e Uriel. La paura non mi avrebbe fatto cedere. Tantomeno quella brutalità.
"Colpisci... magari ti sentirai più uomo." Lo guardai con freddezza.
Poteva sembrare un suicidio, ma nel contempo si levarono alte fiammate dai bracieri. Sfiorarono il soffitto della tenda, minacciando di lambirla. Rimasi immobile.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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