Mi precipitai verso la tenda e mi acquattai tra i suoi drappeggi.
Intravidi la zazzera scomposta di mio figlio. Lo avevo trovato.
Non riconobbi il profilo della persona che era con lui.
Mi appiattii nel mio nascondiglio e rimasi in attesa che mio figlio rimanesse solo.
Quando tutto fu silenzioso, ad eccezione dei singhiozzi di Uriel uscii allo scoperto e corsi a stringerlo tra le mie braccia.
"Amore mio... sono qui... non temere! Ti porterò via di qui!" Lo strinsi forte contro di me e poi gli asciugai il visino. Controllai che stesse bene. Non era deperito, ma era stanco e scosso. Chissà cosa gli avevano fatto per terrorizzarlo così. Chissà cosa gli aveva fatto quel mostro!
"Sssh... Uriel, devi ascoltarmi, devi essere forte... ancora un poco, tesoro mio..." Sentii il nitrito di Pandemonio. Era lì fuori, vicino. Gli spiriti erano straordinariamente efficienti. Strinsi ancora una volta mio figlio, desiderando di non lasciarlo mai più. Gli infusi il coraggio che gli sarebbe servito e placai le sue paure. Nel contempo mi accorsi che qualcosa si era sbloccato dentro di lui. Quei poteri, i suoi poteri, sembravano in tempesta. Era stata l'ira, la paura e l'odio per quegli uomini che lo avevano preso a svegliarli anzitempo.
"Amore..." ero quasi timorosa di domandarlo "Puoi leggere l'animo delle persone?" Lo guardia nei suoi occhi profondi e stentai a credere che fosse successo. "Non fa niente, Uriel, ma devo saperlo... così presto ce ne andremo via da qui e troveremo un posto sicuro dove andare." Gli accarezzai la fronte.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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