Uriel tremava, ma fra le braccia di sua madre, dopo un po’, sembrò ritrovare una velata serenità.
Strinse forte Melisendra, quasi a non volersene separare più.
Poi staccò la testolina dal petto di lei ed annuì.
“Si…” mormorò “… si, posso vedere nelle persone… posso sapere quello che pensano… ma non in tutte… nel cavaliere nero non posso…”
In quel momento Melisendra si accorse che Uriel aveva una catena alla caviglia che lo teneva imprigionato ad un palo fissato nel terreno.
Ad un tratto si udirono dei passi: qualcuno stava ritornando nella tenda del bambino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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