Lho fissò stupito Talia e vedendola poi appoggiarsi al muro per non cadere, cercò di sostenerla.
“Adagiatevi sul letto, milady.” Disse aiutandola. “E’ solo un capogiro per le troppe emozioni.”
Si voltò poi verso Sayla e gli altri appena giunti nella stanza.
“Lei lo amava?” Ripeté il guerriero rivolgendosi di nuovo a Talia. “E’ impossibile, milady! Layla è una giovane donna, mentre lord Ardeliano è vissuto trecento anni fa! O volete forse dire che quella donna si è innamorata di un ritratto?”
“La vecchia con cui ha parlato Sayla” fece Nishuru “le ha fatto capire che Layla è coinvolta nella maledizione dei Taddei… e forse quel ritratto può aiutarci a capire la verità che si cela dietro a questa storia…”
“Lady Layla non è qui…” mormorò Morgan tirando la gonna di Sayla per attirare la sua attenzione “… dove sarà andata? Lei viene sempre a chiudersi in questa stanza quando un cavaliere affronta la prova…”
All’improvviso Luna si avvicinò alla finestra e restò a fissare il verziere per qualche istante.
La stanza di Layla era l’unica del palazzo che guardava a Levante e dalla sua finestra era possibile vedere dall’alto uno scorcio del giardino, che risultava invece nascosto a chiunque si fosse affacciato da qualsiasi altra stanza del palazzo.
Luna allora indicò a tutti loro qualcosa che si trovava nel giardino.
“Non si riesce a vedere bene da qui…” disse Nishuru “… bisognerebbe scendere nel verziere.”
Lho diede un’occhiata nel corridoio e vedendo che non c’era in giro nessuno, fece segno a tutti gli altri di seguirlo.
Poco dopo Talia, Lho, Sayla, Morgan, Nishuru e Luna raggiunsero il punto del verziere che avevano visto dalla stanza di Layla.
E davanti a loro si mostrò uno spettacolo tanto incredibile quanto spaventoso.
Circondate da una fitta e folta fila di alberi, quasi a volerne nascondere l’esistenza, si trovavano diverse tombe.
Erano abbastanza antiche e su di esse vi erano incisi dei nomi.
Lho e Nishuru si avvicinarono per leggere i nomi su quelle tombe.
Un attimo dopo i loro volti apparvero contratti ed alterati per ciò che avevano visto.
Si voltarono allora verso le tre ragazze e fecero segno loro di venire a leggere.
Talia, Sayla e Luna scoprirono così che quelle tombe appartenevano a tutti coloro che abitavano quel palazzo.
E tra quei nomi vi erano anche quelli di Shezan e del piccolo Morgan.