La luce del Sole alto di Mezzogiorno scendeva sulle radure del bosco e le verdeggianti fronde scintillavano delle loro meravigliose e lussureggianti tonalità d’Estate.
Icarius era immobile, davanti alla tomba, a fissare attonito quella spaventosa e spettrale figura sorta dal nulla.
Le erbose zolle di terra si spaccavano e rivoltavano sotto il peso dell’austero sauro che il cavaliere montava, mentre l’ombra di una nodosa quercia che cresceva presso la tomba, posandosi di lui, rendeva sfocato ed indefinito il suo aspetto.
Ad un tratto il cavaliere spronò il suo destriero e questo rispose con un nutrito, per poi lanciarsi verso l’Arciduca.
Icarius allora cercò di montare in sella a Matys, ma inutilmente.
Il suo misterioso avversario lo raggiunse e con un colpo di spada mozzò le redini della cavalla di Sygma, facendo cadere a terra Icarius.
Un attimo dopo era già pronto per la seconda carica.
Si lanciò nuovamente sull’ardeide, ma questi riuscì ad evitare il secondo attacco.
Cominciò allora a rotolare giù dalla collinetta, cercando riparo fra i cespugli e le folte siepi della conca sottostante.
Ma il suo indomito avversario lo raggiunse, continuando a braccarlo.
Icarius allora, messo alle strette, accettò finalmente battaglia.
Evitò l’ennesimo fendente del misterioso cavaliere e riuscì ad indirizzarne uno sulle briglie del destriero che lo incalzava.
Un attimo dopo l’oscuro cavaliere si ritrovò disarcionato sul terreno.
Ma con un’agilità fuori dal comune si rialzò, per poi lanciarsi nuovamente contro l’odiata preda.
Il taddeide si difesa dalla foga di quel nuovo attacco, riuscendo poi a colpire il suo avversario.
Lo colpì lacerandogli il ventre.
Un colpo mortale.
Ma il cavaliere non barcollò, ne mostrò segni di smarrimento.
Incredibilmente quel fatale fendente sembrava non averlo nemmeno scalfito.
“Com’è possibile?” Fra sé Icarius. “Gli ho lacerato la corazza! Ho sentito la mia spada affondare nelle sue viscere!”
Il cavaliere attaccò nuovamente ed approfittando dello smarrimento dell’Arciduca lo disarmò con un colpo preciso e violento.
Allora la spettrale si avvicinò per il colpo di grazia.
Ma Icarius bloccò il suo braccio ed i due cominciarono a spintonarsi in balia di quel fatale abbraccio.
Alla fine entrambi caddero a terra ed anche l’arcano cavaliere perse la sua spada.
Ma il cavaliere, come mosso da un’inumana determinazione, estrasse un coltello e si lanciò su Icarius.
“Sono disarmato!” Pensò questi, portando la mano sulla sua cintura. “E’ la fine!”
Un attimo dopo il suo avversario gli fu addosso ed un grido di disumano dolore echeggiò tra la vegetazione.
Il misterioso cavaliere si alzò di scatto, con l’elmo completamente sporco di sangue.
Nella visiera era conficcato un fiore, una rosa.
Era Mia Amata, l’arma che del costume di Cuore che Icarius aveva avuto per il ballo in maschera al Borgovecchio.
L’ardeide aveva conficcato il gambo del suo fiore nella fessura dell’elmo del suo misterioso avversario.
Questi sanguinava e si contorceva per il dolore.
Icarius allora riaccolse la sua spada e con un preciso fendendo tagliò in due l’elmo del suo avversario, mostrando così il suo volto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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