Icarius fissava incredulo quel volto.
Il lunghi capelli biondi che, come pendagli, scendevano sulla luccicante corazza, mentre il sangue colava come una sorgente sul quel meraviglioso volto intriso di pallida bellezza.
Layla allora si strappò il fiore dall’occhio, tirando via brandelli di carne e sangue.
Quel fiore era riuscito dove migliaia di spade in centinaia d’anni avevano fallito.
Quel fiore, Mia Amata, aveva vinto quell’invincibile cavaliere ed il suo antico odio verso i Taddei.
“Maledetto…” mormorò con un gemito quasi soffocato Layla, mentre teneva la mano stretta sull’occhio sanguinante “… maledetto tu ed il tuo sangue…”
Icarius la guardava in silenzio.
“Mi hai ingannata, tradita ed abbandonata…” continuò lei ormai ansimando per il dolore “… come hai potuto… come?” Urlò con un impeto di rabbia. “Ardeliano, ti odio!” Gridò fissando Icarius. “Ti odio per il male che mi hai fatto! Come hai potuto? Tutte quelle promesse… tutti quei sogni…” e bianche lacrime cominciarono a rigare il suo volto, mischiandosi e confondendosi con il sangue della ferita “… sei partito per Sygma… ti ho atteso per anni… e gli anni sono fatti d’infiniti giorni e di eterne notti… poi un maledetto giorno…” esitò “… un maledetto e sconsacrato giorno sei tornato con quella donna… <<E’ per la pace!>> Diceva la gente. <<Per il bene di Capomazda!>>… e la mia pace? I miei sogni? La mia vita?”
Icarius chinò il capo.
“Allora ho tratto la forza dalla sola cosa che mi era rimasta!” Aggiunse Layla. “Il mio amore per te, Ardeliano! Ma l’amore si mutò in odio ed io ti maledii! Maledii te, il tuo sangue e la tua terra! Ho patteggiato per il mio odio! Per avere la mia vendetta! Una vendetta infaticabile ed eterna… come solo l’amore… quello vero… sa essere… odio te e quella ragazza di Sygma! L’ho rinchiusa nella torre, a morire di stenti!” Disse compiaciuta in un delirante sussulto. “E tu non potrai liberarla, Ardeliano! E sai perché? Perché io ti ucciderò! Perché solo chi ti ama come me può ucciderti! Si, ho atteso il tuo ritorno per rendere conto del mio patto! Ed ora, insieme, bruceremo nel medesimo fuoco! Per sempre!”
Estrasse un altro coltello dalla sua cintura e lo puntò verso Icarius.
Ma proprio in quel momento la pesante porta della tomba cominciò a scricchiolare, per poi aprirsi lentamente.
Una serie di angoscianti lamenti allora si udirono provenire dal suo interno.
“No… voi…” indietreggiando Layla “… cosa volete? La prova non è ancora terminata… state lontani da me… lontani…”
Delle ombre allora uscirono dalla tomba ed avvolsero Layla.
La donna cercò di divincolarsi, di lottare, ma quella morsa sembrava inviolabile.
Layla gridò come se fosse posseduta da tutti gli angeli ribelli precipitati dal Cielo.
E nel gridare, malediceva se stessa e i Taddei.
Un attimo dopo una lieve brezza soffiò sul bosco e sul marmo della tomba.
E quel leggero sibilo sembrava aver assorbito i lamenti di quelle ombre e le sacrileghe grida di Layla.
A contatto con quella brezza, Icarius sembrò come destarsi da un sogno, da un incanto.
Si guardò allora intorno e non vide più nessuno.
La porta della tomba era intatta.
Si voltò dove in precedenza aveva visto Capomazda assediata e vide l’esercito nemico che si ritirava davanti alle armate ducali che erano uscite dalla Porta dei Leoni.
Sentì allora un sussulto nel cuore.
Immagini, suoni, echi, tutto sembrò come tornare nel mare delle sue emozioni e dei suoi ricordi.
“Io…” mormorò “… io… ricordo tutto… la mia memoria, il mio passato, la mia vita…”
Poi, quasi nello stesso istante, gli apparve il volto di Talia.
Saltò così in sella a Matys, annodando alla meglio le redini recise dalla spada di Layla e ripartì verso il sentiero.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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