Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 29-07-2011, 03.25.01   #2020
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Gouf giaceva a terra, con la mano stretta sulla ferita sanguinante.
Era riuscito a strapparsi Parusia dal petto e a conficcarla nel terreno.
Come una croce l’invincibile spada stava davanti al Cavaliere del Gufo, proiettando la sua ombra sul livido volto di Gouf.
I suoi occhi neri erano ancora vivissimi, indomiti ed accesi di quella stessa fiamma che aveva animato il fiero sguardo del cavaliere in mille e più battaglie.
Ma il respiro era rotto ed un tremore cominciò a diffondersi su tutto il suo corpo.
Fissò allora Parusia che brillava davanti al Sole nascente.
Fissava quella Croce che però per lui sembrava più un giudizio, una condanna, che una redenzione.
Cercò allora di afferrarla, ma le forze sembravano averlo abbandonato.
Tentò nuovamente di raggiungere quella spada, ma ogni sforzo fu inutile.
Lui, il grande e terribile Cavaliere del Gufo, incapace di raggiungere ed impugnare una spada.
Comprese allora che tutto era finito.
Quella spada, che ora si ergeva come una Croce, era riuscita a penetrare la sua invincibile corazza.
All’improvviso avvertì dei passi e si voltò di scatto.
A pochi passi da lui c’erano Melisendra ed Uriel.
Lo guardavano in silenzio, a pietosa distanza.
Gouf fissò prima Melisendra, poi suo figlio.
Fece allora un cenno col capo ed un ghigno sorse sul volto.
Era un sorriso reso deforme da un volto ormai contratto per il dolore.
“Non…” mormorò il Cavaliere del Gufo “… non vi avrei mai… fatto del male… non avrei… potuto…”
Poi altri passi.
Guisgard era risalito dalla conca della palude, dopo essersi salvato dalle sabbie mobili grazie alla sua fedele Peogora.
I due cavalieri si scambiarono un lungo sguardo.
Rabbioso quello di Gouf, indecifrabile quello di Guisgard.
Poi, con un gesto d’ira, Gouf tese la mano verso il suo avversario, come a volerlo raggiungere per strappargli il cuore.
Un attimo dopo spirò con una smorfia di rabbia mista a dolore sul volto.
A quella visione tutti i suoi cavalieri furono colti da sgomento.
Nessuno fra loro avrebbe mai immaginato la morte del loro invincibile signore.
In quel momento squilli di trombe raggiunsero il campo e si diffusero nel Cielo.
La Porta dei Leoni si aprì e l’esercito ducale, ormai costretto dalla trappola racchiusa nelle acque avvelenate di Capomazda, uscì per affrontare il nemico.
Ma senza più il loro campione gli invasori si sentivano persi ed in balia del caos.
L’esercito di Gouf allora cominciò a sciogliersi e a sparpagliarsi fra quelle lande, davanti all’avanzata dei cavalieri capomazdesi.
Ed un grido di vittoria si levò alto da quei cavalieri, davanti alla fuga disperata dei loro nemici, i quali, in preda alla paura, abbandonarono ogni cosa sul campo di battaglia.
Ed insieme alle loro armi, i cavalieri capomazdesi si impossessarono anche dello spaventoso ariete dei loro avversari.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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