Pasuan restò come folgorato da quella visione.
Dafne era bellissima.
Quell’abito color amaranto era raffinato e prezioso e sembrava fatto apposta per essere indossato da lei.
Ma la vera bellezza era in quella ragazza.
Nel suo sguardo luminoso e profondo, nel viso da bambina, eppure capace di riflettere una sensualità non comune, stava la sua vera bellezza.
I capelli bruni e voluminosi scendevano libero sulle graziose spalle, fino alla sobria scollatura che ben lasciava immaginare la perfezione delle sue forme.
Dafne probabilmente proveniva da quale regione a Nord del paese, eppure la sua bellezza poteva tranquillamente definirsi, con un termine caro ai poeti e ai romanzieri, “di tipo greco”.
Era aggraziata e ben fatta, con forme morbide dal fascino caldo ed avvolgente, tipico delle donne del Sud.
I suoi occhi scuri scintillavano d’infiniti riflessi, tanti quanti erano i colori che attraversavano il corso del giorno.
Il viso era racchiuso in lineamenti puliti ed armoniosi, di un colorito simile al rosato candore di quella finissima ceramica diffusa nelle isole di Milo, Delo e Santorini, mentre le sue labbra sapevano assumere le sfumature dei vellutati petali del pesco fiorito.
“Sei… sei bellissima, Dafne…” sospirò Pasuan nel vederla.
Dopo la cerimonia i due si ritrovarono nel profumato e variopinto giardinetto che precedeva la chiesa e qui il vento, per loro, parve far volare fino al Cielo petali d’infiniti colori, che avvolgevano e rivestivano i due giovani sposi con le loro essenze profumate.
“Si, hai ragione…” disse Pasuan alla sua bellissima e giovane moglie “… ora il nostro posto è a casa, dal nostro bambino.”
Il prete allora procurò loro un passaggio, a bordo del carro di alcuni mercanti diretti proprio al villaggio di Pasuan.
E giuntivi i due trovarono ad attenderli la madre e la sorella di Pasuan.
Con loro vi era il piccolo Hubert, proprio in braccio alla madre del cavaliere.
E dopo un attimo di stupore, il bambino si gettò fra le braccia di Dafne, sorridendo ed agitando le braccine.
“Posso ben dire…” sussurrò Pasuan “… che solo ora ho conosciuto la vera felicità… la Gioia… qui ho tutto ciò che mi occorre e che voglio…”
Baciò allora sua moglie e poi alzò verso il Cielo il piccolo Hubert, che rideva come se il Sole lo nutrisse col suo vigore.
E quella Gioia avvolse tutti loro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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