Dite il vero, damigella.
La storia in se è una scienza esatta, purché la si consulti nel giusto modo.
Ma, ahimé, questo non sempre accade; basti vedere episodi di epocale importanza celati per anni (mi viene da pensare alla tragedia delle Foibe in Istria, vergognosamente taciuta per 60 anni dai libri di storia di questo paese, tanto per citare un caso non troppo lontano nel tempo) al pubblico.
Un’altra “regola” da tenere in considerazione è poi quella che, inevitabilmente, vede la storia scritta dai vincitori (questo, ad esempio, spiega il perché regimi come quello comunista sovietico, non meno sanguinario di quelli nazisti e fascisti, abbia potuto sventolare per anni, in seguito alla vittoria nel secondo conflitto mondiale, nonostante i cento milioni di morti seppelliti in Siberia e chissà quanti altri nelle varie regioni dell’Europa Orientale, i suoi simboli): così ci ritroviamo Alessandro il grande che si autodefinisce legittimo vendicatore del re di Persia dopo averne vendicato la morte in seguito ad una congiura, minimizzando il motivo (ossia l’invasione dell’impero Persiano) che lo aveva portato a trovarsi a Persepoli in quel momento; la “propaganda” romana contro popolazioni descritte violente ed incivili come i Galli, i Sanniti i Cartaginesi, o quella contro le manie e gli usi dei Tolomei d’Egitto per colpire la regina Cleopatra; le discriminazioni contro i Longobardi che per secoli ne hanno offuscato il valore, solo perché nemici dei Franchi di Carlomagno.
E la lista potrebbe continuare quasi all’infinito.
Mi viene da ricordare l’imperatore Caligola che, per sbeffeggiare il senato romano, nominò senatore il suo cavallo.
Ovviamente, una volta eliminato l’imperatore, i senatori si affrettarono a motivare nei libri di storia la bizzarra idea di Caligola come frutto della sua irrimediabile pazzia (che poi Caligola sia stato un pessimo e scellerato imperatore, questo, nessuno può metterlo in dubbio

).