"E' un piacere fare la vostra conoscenza, lady Gonzaga", la salutai.
Improvvisamente, di fronte alla pupilla di Lord Tudor, mi resi conto di quanto fossi miseramente abbigliata. Abiti semplici e scuri, di comune fattura. Avevo l'aspetto di una cameriera. Naturalmente sapevo che ciò non aveva importanza, date le movimentate circostanze, ma mi sentii ugualmente a disagio. Nonostante quel momento di smarrimento sorrisi.
Mi rivolsi a Lord Tudor, che stava congedando Sir Hagus: "Trafford Bridge... questo nome non mi è nuovo... potrebbe essere il luogo giusto." Osservai la mappa, pensierosa. Presi un compasso e misurai la distanza da quel luogo.
"Pare essere non troppo distante..."
Mi voltai verso Giselle e, vedendo il suo volto stanco, capii che mi ero attardata più del dovuto.
"Milord, vi ringrazio per il vostro prezioso aiuto... ora vi lascio ai vostri impegni, sono certa di avervi sottratto fin troppo tempo... vi domando licenza di ritirarmi... " Ero nuovamente incerta. Non ero abituata ad essere un'ospite. Avevo da sempre avuto la possibilità di andare e venire a mio piacimento dalle proprietà della mia famiglia e di non dipendere da nessuno, mentre ero giunta in quel castello con i soli vestiti che indossavo e una governante stanca e affamata. L'idea di dovermi rendere presentabile per la cena mi fece tornare con la memoria ai sontuosi banchetti che si tenevano a corte e alle feste nella tenuta di Beauchamps. Ero stata felice a quei tempi... ma sembrava tutto sospeso come in un bel sogno.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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