Non feci caso, prima di fare il mio ingresso, alle voci che provenivano dalla sala. Sembrava fosse in atto un aspro rimprovero.
Una volta varcata la soglia mi accorsi del furore che aveva arrossato le gote del mio benefattore mentre, almeno così sembrava, la causa di tanto affanno se ne stava comodamente seduto su un divanetto.
"Milord..." mi inchinai alla maniera della corte di Animos, dove qualunque inchino doveva essere aggraziato e flessuoso quanto un passo di danza o un giunco nel vento. "La vostra ospitalità non ha eguali..." Lo ringraziai.
Mi accorsi dell'aria un po' tesa.
"Spero di non aver interrotto niente..."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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