Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Chantal lesse quella lettera:
“Chantal, ragazza mia.
Se stai leggendo questa lettera allora vuol dire che il mio tempo è giunto.
Loro mi stavano cercando da tempo e l’aver abbandonato l’insegnamento accademico non poteva proteggermi all’infinito.
Il paese pullula di spie e prima o poi sapevo che questo sarebbe accaduto.
Ma grazie al Cielo ho avuto una vita lunga e ricca di felicità.
Ho amato e sono stato amato e niente cambierei della mia esistenza.
Il Cielo non ha voluto benedire il mio amore per una donna con il dono dei figli, ma mi ha forse dato qualcosa di più grande: il tuo affetto sincero e devoto.
Mi sei stata e mi sarai sempre cara come una figlia.
Tutto ciò che possiedo non potrà divenire tuo perché a quest’ora i repubblicani avranno già confiscato ogni mio bene.
Ma forse non il più prezioso.
Nel mio studio troverai un umile vaso di terracotta, dentro il quale è seminato un tesoro inestimabile.
Richiede cura ed amore, ma presto, sono certo, sboccerà.
E quando quel giorno verrà, allora quel tesoro saprà ricompensarti per tutto ciò che non stato capace di darti io.
So che oltre me non hai nessuno al mondo, figlia mia.
Perdonami se non ho saputo proteggerti.
Spero che quel dono possa in parte ripagare le mie mancanze.
Suona sempre, Chantal.
Suona come se io fossi accanto a te ad ascoltarti.
Suona perché io ci sarò davvero.
Ti voglio bene, figlia mia e ti affido all’Onnipotente.
Adam, servo di Dio.”
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Quella lettera,il suo sigillo,la sua intestazione.
Ogni particolare recava la firma di suo zio.
Chantal non fece in tempo ad interrogarsi su quali potessero essere i contenuti che già si ritrovava a scorrere le righe con i suoi irrefrenabili e sgranati occhi.
Fu colta da un'emozione inaspettata interamente governata dal pianto.
Leggeva.Leggeva mentre si asciugava le lacrime strofinandosi le guance con la mano.
Le parve una beffa del destino.
Il mancato rientro di suo zio,l'incubo che l'aveva colta mentre aveva ceduto al sonno solo poco prima in quella notte inquietante fatta di attese e tenebre,il rumore proveniente dallo studio,il vento,infine quelle righe.
Righe di abbandono.
Righe di addio.
E i battiti del suo cuore che le percuotevano il petto con ferocia.
Sgomento,sconforto,incredulità,e poi irrazionalità e affanno e rabbia,e ancora impazienza,insofferenza,spregevolezza,e desiderio di scoprirsi in inganno,di cogliere un anelito di speranza,mille e più sentimenti insieme suscitavano quelle righe che sembravano orchestrare gli eventi che in quel momento stavano avvolgendo la figura di Chantal,tutto inondato da un pianto che la ragazza non riusciva a contenere,tutto avvolto dal ritmo accelerato del suo cuore che non accennava a smorzarsi.
Continuava a strofinarsi le guance per ostacolare il fluire delle lacrime,le disperdeva sulla pelle che,calda,le assorbiva e le evaporava.Ma scendevano copiose e amare,espressione di un dolore sordo e spregevole che in quel momento si impossessava della sua ragione.Non riusciva a prosciugarle quelle lacrime,sebbene non smettesse di avvolgersi il viso nella mano che ora si potava agli occhi celati dietro il nero velo del Kajal che si scioglieva,ora alla bocca che sentiva di fuoco,ora ancora tornava alle guance,così permeate e veementi di rossore.
E vi cedette,abbandonandosi a quel pianto,smarrendo lucidità e cognizione.
Il vaso,leggeva del vaso,di quel tesoro che lo zio le affidava in eredità,lo aveva scorto per la prima volta in quella notte avvolta di mistero che presagiva a qualcosa di irrimediabilmente infelice.
Ed infelice si sentì in quel momento quando fu rapita da quelle righe che mai avrebbe voluto leggere.
Righe di allontanamento e separazione per sempre.
Suo zio che la lasciava,e che forse,era già in seno all'abbraccio del Padre mentre ella ancora indugiava in quella lettura.
Ogni cosa le appariva incredula eppure perfettamente disposta come le tessere di un mosaico che raffiguravano la verità,in quel momento.
Il silenzio di quella notte custodiva ora solo il taciuto urlo della disperazione,quell'urlo che Chantal non aveva trovato forza di emettere dalla sua bocca sigillata la cui voce soffocava al cospetto di quel momento di vita in cui avvertì d'essere davvero sola,vinta da un'inconscia consapevolezza che quelle righe presagissero il vero.
Adam, servo di Dio
Fu il sigillo che Chantal impresse a quella notte.