Per qualche istante un assoluto silenzio scese nella sala.
Le parole di Melisendra, così sentite e cariche di passionale slancio, avevano generato una specie di vuoto.
“Anche io la penso come voi, madame.” Rompendo quel silenzio Ymma. “La vera bellezza sta nell’anima, non in un bel volto.”
“Ma io non volevo in nessun modo screditare la vostra ammirazione verso quell’uomo, milady.” Disse Guisgard, assumendo un’aria di vivo stupore. “Assolutamente. Noi tutti gli siamo grati. Deve davvero essere un grand’uomo se il solo nominarlo riesce a far tingere il vostro bel volto di quel vivo rossore.” Sorridendo. “Sapete… trovo che i vostri bellissimi occhi si giovino, e non poco, di quel rossore… allora vorrà dire che saremo grati anche di questo al misterioso Giglio Verde.”
“Ma non avevate accennato a delle rime, sir?” Chiese Buttleford.
“Certo, milord.” Alzandosi in piedi Guisgard. “Rime che ho composto io stesso, pensate, mentre decidevo in che verso accomodarmi i capelli una mattina.”
“Sempre il solito!” Ridendo Buttleford.
“Queste rime dimostreranno che non ho nulla contro gli eroi romantici d’altri tempi.” Fece Guisgard. “E, se posso, le dedicherò alla nostra lady Melisendra ed al suo entusiasmo per il nostro misterioso salvatore… il titolo è Il Giglio Verde, di sir Guisgard Tudor…”
E cominciò a recitare:
“Chi mai sarà e da dove mai arriverà?
E Magnus, tutta inquieta, dov’è non sa.
E la repubblica dietro quel nome si perde.
Sarà Angelo o demonio, quel Giglio Verde?”
E terminate quelle rime, tornò a sedersi con un sorriso compiaciuto.