Le labbra di Gonzaga prima sfiorarono, poi si unirono a quelle di Carrinton in un bacio.
Un bacio lungo quanto un istante.
Un istante intenso, travolgente.
Ed un istante altro non è che un bagliore d’eternità.
“Domani tutto questo dunque finirà?” Sussurrò lui, mentre i suoi occhi si perdevano in quelli di lei. “Durerà quanto un sogno, per poi svanire con l’albeggiare? E sia… ma almeno per questa notte sarete mia… ed io, da domani, vivrò di questi istanti rendendoli eterni e farne poi l’unica ragione della mia vita…”
Si tolse allora il mantello e lo posò delicatamente sulle nude e graziose spalle di Gonzaga.
“Così non sentirete l’umidità di questa notte, milady…”
Estrasse poi qualcosa da una tasca.
Era avvolta in un prezioso fazzoletto di seta bianca.
“Questo è il mio dono per voi, milady…” aprendo quel fazzoletto e mostrando a Gonzaga il contenuto.
Era una piccola chiave dorata con una catenina.
“Visto che quella vecchia torre diroccata, quella in cui vi è la leggenda dei due amanti, vi aveva tanto affascinata…” disse “… l’ho acquistata… era di un vecchio signorotto che vive a Londra… vi ho fatto costruire un cancello e questa ne è la chiave… ora ogni qualvolta desidererete vivere la triste storia dei due sfortunati amanti, questa chiave ve lo permetterà, aprendovi le porte di quella lontana leggenda…”