Camelot: crepuscolo d'estate
Quella Sala, che gli uomoni moderni ribattezzarono Camelot, in onore di un Regno Perduto e idilliaco nato dallo spirito errabondo dei loro cuori, era stata testimone di gloria indiscussa, ma nel crepuscolo di fine estate, recava sul pavimento i segni della Tavola, distrutta prima nella persona dei suoi illustri occupanti e poi fisicamente, a colpi d'ascia, riducendola a ciocchi buoni per il fuoco gettati poi in un angolo. I nomi degli Eroi incisi sul legno, già quasi illeggibili, erano stati raschiati via.
E quand'anche fosse stata ancora intatta, d'altronde, essa non avrebbe significato nulla, non sarebbe più stata un simbolo di unità ma un relitto che emanava sconfitta. Legno, solo legno da bruciare...
Taliesin, il bardo
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