“Mettermi nei guai?” Mormorò Renart mentre Talia si allontanava dal tavolo. “Si vede che non mi conosci per niente!”
Un attimo dopo la ragazza uscì dalla locanda e subito al tavolo di Renart tornò ad avvicinarsi la figlia del locandiere.
“Ti ha lasciato già da solo la tua amica, bel soldato?”
Renart rispose con una smorfia.
“Non badarci, si vede lontano un miglio che è di quelle con la puzza sotto il naso.” Continuò la ragazza.
“Ah, lasciami perdere!” Scuotendo il capo Renart. “Bah, le donne…” con aria insofferente “… correre dietro a quell’idiota mascherato! Giuro che questa è la cosa più stupida che io abbia mai fatto!”
“La più stupida è piangerti addosso per quella lì.” Ridendo la ragazza. “Avanti, vuoi davvero passare così la serata?”
“Hai un’idea migliore?”
“Chissà…” con malizia la figlia del locandiere “… ma questo dipende da te, bel soldato…”
Talia, intanto, era già in strada.
Qui vi erano ancora i balli e i canti di quei giovani contadini.
Allegria, musica e motteggi animavano quella caotica compagnia e tutti coloro che assistevano a quell’improvvisato ed irriverente spettacolo.
La ragazza si incamminò allora verso la collina vicina.
“Buonasera, madamigella!” Salutò all’improvviso qualcuno.
Un carro con diverse persone, aveva affiancato Talia.
“Dove te ne vai tutta sola?” Chiese uno di quelli sul carro.
Era uno dei carri tanti che attraversavano le strade, portando i giovani contadini da un lato all’altro della cittadina e della campagna a gozzovigliare.
“Unisciti a noi per cantare alla libertà e alla fratellanza ritrovata!” Continuò quel giovane contadino. “Siamo diretti sulla collina, dove balleremo e canteremo tutta la notte!”
“E faremo l’amore fino all’alba!” Ridendo una ragazza di quella compagnia.
“Piano, Esmeralda, o la spaventerai!” Disse una sua compagna.
“Spaventarla? E perché mai?” Stupita Esmeralda. “Non ci sono mica più i preti ad invocare i castighi del girone dei lussuriosi!”
“E quando mai tu ti sei lasciata intimorire dai proclami dei preti?” Replicò un altro di loro.
“Forse solo quando mia madre mi mandò a studiare dalle suore!”
“Oh, Cielo! Ti sto immaginando come una suora, Esmeralda!”
“Ma di clausura, mi raccomando!”
E tutti risero di gusto.
“Dai, forza!” Esmeralda a Talia. “Avanti, unisciti a noi!”