Melisendra cavalcava attraverso quella selva, mentre le prime luci del mattino cominciavano a schiarire il Cielo.
Una leggera nebbia si alzava delicatamente dagli arbusti, simile ad un manto spettrale, mentre gli ultimi canti degli animali notturni salutavano la notte ormai morente.
E quei versi, mischiandosi alle inquietudini della ragazza, apparivano come lamenti lontani.
Lamenti dei suoi familiari, dei suoi amici e di tutti coloro che aveva conosciuto quando Animos era ancora una terra felice.
Ma Animos oggi non esisteva più.
Era scomparso e con esso l’intero mondo di Melisendra.
E come una novella Angelica in fuga, la ragazza galoppava in quella selva, inseguita da demoni e fantasmi.
Demoni e fantasmi giunti dal doloroso passato, intenti a tormentarla ancora.
Ed il peggiore di quei demoni, forse perché reale, apparve all’improvviso davanti a lei.
Una figura austera, immobile, avvolta in un lungo mantello rosso, stava davanti al portico della chiesa sconsacrata.
Uno dei primi raggi di Sole illuminò ciò che restava di una vecchia vetrata, riflettendosi, per un momento, sul volto di quella figura.
E Melisendra riconobbe quel volto.
Il volto del demone giunto dagli inferi per perseguitarla.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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